Andava curvo il nonnino sostenendosi al nodoso bastone, proseguiva lento il cammino arrivando piano piano al portone.
Camminava rasente al muro e con la larga mano nodosa, per sentirsi più sicuro ogni tanto si appoggiava ad una casa.
Gli occhi erano due strette fessure, dalle quali balenava una luce vivace che sopra le gote scure dal sole, esprimevano un senso di pace.
La barba lunga di una settimana o forse più, ricopriva quel nobile viso, la fronte aggrottatasi distendeva quando spuntava un timido sorriso, riservato ai suoi due cani che gli scodinzolavano vicino, li accarezzava con tutte e due le mani dopo essersi seduto a fatica sullo scalino.
Restava a guardare la gente che passava in attesa dell'ora di cena, poi con un fischio i cani richiamava e, con stanchezza, la porta chiudeva.
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