Le invasioni barbariche.
All'inizio del V secolo d.C., il poeta Rutilio Namaziano, in alcuni versi del poema De reditu ci dimostra che, durante le invasioni dei Goti, in occasione della conquista e del saccheggio di Roma da parte di Alarico nel 410 d.C., molte persone spaventate dalla ferocia dei barbari, cercarono rifugio nelle isole ed anche all'Isola del Giglio.
"Eminus Igilii silvosa cacumina miror.
Quam fraudare nefas laudis honore suae.
Haec proprius nuper lutata est insula saltus.
Sive loci inginio, seu domini genio.
Gurgite cum modico victricibus ostis armis.
Tamquam longiquo dissociata mari.
Haec multos lacera suscepit ad Urbe fugatos.
Hic fessis posito certa timore salus ". |
"... resto ammirato per i colli del Giglio ricchi di boschi, e non si potrebbe privarla della lode che le spetta. Questa isola, tempo fa, riuscì a difendere i propri boschi sia per virtù naturale, sia per il genio tutelare del Signore. Separata dal continente da un breve tratto di mare, riuscì ad opporsi ai nemici che prendevano il sopravvento, come se fosse separata da una vasta distesa di mare. Questa accolse molti profughi durante il sacco dell'Urbe, qui fu sicura la salvezza di coloro che, giungendo stanchi, poterono deporre ogni timore."