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Informazioni storiche dell'isola

 

I Lorena

Estinta la famiglia dei Medici, nel 1737, il Granducato passò ai Lorena. Una descrizione del 1749, ci illustra la situazione dell'Isola del Giglio di quell'epoca.
O. Warren, Raccolta di piante delle principali città e fortezze del Granducato di Toscana, Firenze, 1749, pp. 253-255.
"L'isola del Giglio appartiene al Granducato di Toscana dopo che un principe della casa de' Medici la comperò da un Piccolomini di Siena per la somma di 60.000 scudi: essa apparteneva anticamente all'(Ordine) de' Cistercensi. Gli antichi nominarono quell'isola Egilium, ovvero Igilium ed i romani vi mandarono in esilio parte di coloro che condannavano all'isole. Questa è servita ancora di asilo a una quantità di persone nel tempo dell'invasione dell'Italia dai Goti, Vandali ed altri popoli che l'hanno saccheggiata, ha dato rifugio a molti proscritti nei tempi calamitosi della repubblica Romana, e perciò vi si vedono ancora in oggi molte vestigia d'antiche fabbriche le quali sembrano di essere state considerabili, ciò che denota che ella fu altre volte abitata da persone di considerazione.
Quest'isola è nel mare Mediterraneo vicina allo Stato dei Presidi di rimpetto al Monteargentaro dal quale non è distante che di circa dieci miglia.
Essa è presentemente più di venti miglia di giro, abbenché sembri che ella sia stata altre volte più grande, essendo probabile che molti gran scogli che sono all'intorno fossero anticamente uniti all'isola. Essa è oblunga, e s'alza assai regolarmente fino ad una grande altezza; ella ha però nel suo giro tre piccoli capi o promontori che s'avanzano nel mare, e che si chiamano Capo rosso, Capo Franco e Capo fenaio: essa pare a quelli che sono in mare composta di tre monticelli separati, che formerebbero altrettante isole il che procede da alcune valli e colline che essa rinchiude, ma a misura che uno s'avvicina sembrano riunirsi.
Le corse che i Turchi fanno quasi senza interruzione attorno all'isola del Giglio, donde hanno spesso rapito dell'abitanti, ispirano loro dall'infanzia dell'orrore per quei Corsari, e li tiene in continuo spavento di essi questi motivi sono la cagione che non v'è che una sola abitazione nell'isola, che si chiama il Castello. Esso è situato sul luogo il più eminente, e di dove si scuopre meglio per ogni parte.
Questo è una specie di piccolo borgo recinto di muraglie con delle feritoie difese da torri tonde e la sola porta che è guarnita di buoni rastrelli di ferro. Tutti i gigliesi hanno le loro abitazioni dentro a questo recinto, nel quale sarebbe difficile di forzarli, perché oltre all'essere loro brava gente, e risoluta, le due sole strade, o piuttosto sentieri che conducono al Castello sono si penosi che appena potrebbero passarvi degli asini. Le strade di questo piccol borgo sono assai anguste affine di risparmiare il terreno, e ciascheduna casa ha la sua scala di fuori; esso contiene 900 o 1000 che sono estremamente allo stretto, e vi si vede una quantità di bambini dei due sessi, più grande a proporzione che in qualunque altra parte.
Tutta la gente si ritira alla sera in questo luogo chiuso, alla riserva di alcuni pescatori e marinai che hanno le loro capanne sul bordo del mare per esser a portata delle loro filughe e loro altri piccoli bastimenti.
Sul luogo il più eminente del borgo, vi è un antico piccolo castello circondato da grosse e alte mura, e che serve come di ridotto. Dimorano in esso il Governatore dell'isola, il giudice, vi risiedono i soldati della guarnigione e vi viene conservata l'artiglieria, l'armi e le munizioni. Questo piccolo forte scuopre il porto, e la cala del Campese di cui parleremo in appresso.
I quartieri di questo piccolo castello sono assai mediocri, ma vi sono nel borgo alcune buone case che dei particolari hanno fabbricate. Le due batterie di cannone sono in buon grado, una è di due pezzi e l'altra di cinque vi sono ancora delle spingarde. Non si può abbordare in quest'isola che da due parti, che sono la spiaggia del Porto e quella del Campese. Vi sono ciò nonostante delle piccole cale, fra gli scogli, dove i Turchi si ritirano e si nascondono in tempo di notte.
Ciò che si chiama il porto sembra essere stato altre volte considerabile, ma egli è assai riempito di modo che non è propriamente parlare che di una spiaggia dove si tirano a terra li piccoli bastimenti che vi abbordano. Questo luogo è assai delizioso e vi sono state fabbricate varie abitazioni e una cappella, ma poche persone vi restano nella notte: vi è nonostante per sua sicurezza un'antica torre, la quale è munita di artiglieria, e vi è un castellano e un cannoniere. Vi si vedono le vestigie di un antico molo, e di un bagno, ciò denota che questo luogo era altre volte considerabile.
Si scorgono ancora sopra una penisoletta le vestigie di un antico Lazzaretto di cui si servivano avanti lo stabilimento di Livorno. Sull'istmo di questa penisola sopra il terreno il più eminente, vi è una bella antica torre quadrata, che è tuttavia
intera, e che serviva altre volte per difesa del Lazzaretto.
Oltre le vestigia dell'antico molo, e del Lazzaretto che erano a portata del porto dell'isola del Giglio, si vedono sopra un'eminenza che vi è vicina, li fondamenti di una torre assai forte e di un castello che si giudica fosse lasciato imperfetto.
La spiaggia del Campese non è tanto grande come quella del porto, ma è più sicura contro li venti, essendovi davanti una cala assai considerabile ma poco profonda. Essa è difesa da una bella torre moderna, munita d'artiglieria che il Granduca Cosimo III fece fabbricare sono circa cinquant'anni, sopra un masso isolato che domina tutta la cala, per proteggerla contro i turchi, e favorire la pesca del corallo che fu un quei tempi stabilita in quelle vicinanze. Questa cala, ossia piccolo golfo è abbondantissimo d'ogni sorta di pesca, e particolarmente d'aringhe che sono buonissime e di cui se ne pesca una grande quantità in alcuni tempi della state. Quest'isola non è che quasi tutta masso, non essendovi che pochissimo terreno tutto diviso in pezzi, la maggior parte coperti di vigne che producono un ottimo vino, e che fa l'entrata principale degl'abitanti vi seminano ancora del grano, ma non ve ne cresce una quantità bastante per la loro sussistenza.
Vi sono nell'isola del Giglio due bellissime cave di granito, ed è quasi evidente che siano da quei luoghi state cavate le belle colonne di quel marmo che si vedono a Roma e in altre parti, e non già dall'Egitto secondo l'opinione comune: egli è costante che quelle del Pantheon sono del Giglio, dove se ne vedono ancora vane abbozzate in qua e in là che non sono strate trasportate.
Vi è parimenti del cristallo di rocca, e gli abitanti trovano frequentemente intorno le fabbriche antiche dell'isola, non solo dei frammenti considerabili di vasi di porfido, di verd' antico, e di marmi d'altri colori, e ancora delle medaglie antichissime di varia grandezza, ed alle volte ancora ne trovano di quelle d'argento.
Gli abitanti del Giglio sono molto coraggiosi, industriosi, laboriosi ed eccellenti marinai, somministrando essi quantità di questa gente a vari stati dell'Italia, il che tira del denaro nell'isola, ma il commercio principale consiste nel vino e nella pesca delle aringhe. Essendovi un numero considerabile di fanciulli pare che sarebbe a proposito di dar loro un maestro per insegnarli a leggere, scrivere e l'aritmetica, essendo del sentimento di altri che una scienza maggiore li scuolgerebbe (sic), essendo grandi dall'idea del travaglio di terra e di mare nei quali è indispensabile di mantenerli.
Finalmente si pretende che ci siano della miniere nell'isola del Giglio, e ciò può essere a causa della marcasite e le terre di vari colori che vi si scoprono in vari luoghi.
Alla distanza di cinque miglia al levante dell'isola vi è quella chiamata Giannutri che è deserta, ma si pretende che essa appartenga ancora alla Toscana; v'è dell'acqua dolce il che vi attira frequentemente dei Corsari di Barberia.
Del resto l'isola di Giglio è più considerabile che si crede e darebbe molta soggezione, se ella fosse in altre mani che quelle del sovrano della Toscana ".Giunto al potere Pietro Leopoldo I, nel 1765, si circondò di saggi e valenti consiglieri, attuò delle importanti riforme che crearono, nel Paese, benessere economico. Anche il Giglio si avvalse dei benefìci apportati dalla politica di questo accorto e sapiente Principe che istituì sull'isola una scuola per fanciulli, fece costruire un mulino a vento ed aprì un macello; in un periodo di carestia, inviò ai gigliesi del grano.
Per incrementare l'agricoltura e la pesca, assegnò appezzamenti di terra a coloro che volevano stabilirsi al Giglio, concesse prestiti e mutui a fondo perduto a chi voleva migliorare i propri terreni e comperare un bastimento da adibire alla pesca ed al commercio. Ordinò la costruzione del cimitero fuori le mura del Castello.
Un documento del 1786, ci dimostra tanta magnanimità:
"Volendo S.A.R. rivolgere gli effetti della R. Sua munificenza in sollievo della popolazione dell'Isola del Giglio con incoraggiarla ad applicarsi alla pesca, principale ramo d'industria, di cui è suscettibile, è venuta nella determinazione di ordinare che dalla Cassa della Depositeria per il corso d'anni cinque sia amministrato la somma di scudi mille l'anno, per distribuirsi in primi a favore di quegli abitanti che porranno in mare bastimenti atti all'uso della pesca, purché fabbricati nei porti del Granducato... Possono le famiglie unirsi insieme per costruire o acquistare uno o più bastimenti, per fruire dei vantaggi, purché il numero dei bastimenti non sia maggiore di quello delle famiglie unite in società... I premi saranno otto all'anno da darsi ai primi che avranno messo i bastimenti in mare.
Se i concorrenti eccedessero il numero di otto, gli eccedenti saranno prescelti nell'anno appresso... A prevenire l'abuso, e che si vendano i bastimenti, incorre nella multa uguale al doppio della gratificazione avuta, chi vende dentro tre anni il bastimento.
Pietro Leopoldo"Ferdinando III, nel 1795, mandò al Giglio un architetto per riparare il molo del Porto; le mura del Castello e la Cisterna. I gigliesi, per ringraziarlo, gli donarono dodici colonne di granito.


 

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