Scappini Sechi Ferrari Susini Romani vetro revet sistema ambiente 640x468scritto da greenreport.it  

Scappini: «Questa filiera già oggi vede il recupero del 96% del rottame di vetro, destinando a smaltimento in discarica meno del 4%, e permette di accrescere la catena del valore del vetro a bilancio ambientale positivo» 

Con il protocollo siglato oggi tra Sistema ambiente e Revet si chiude il cerchio del riciclo del vetro in Toscana, totalmente a “km zero”: ora la Toscana è l’unica regione italiana a gestire internamente il recupero e il riciclo del vetro.

Tutti i rifiuti vetrosi prodotti all’interno della regione vengono infatti gestiti dall’impianto di Vetro Revet, senza ulteriori costi derivanti dal trasporto e lo stoccaggio.

L’ultimo tassello sono le circa 5mila tonnellate l’anno della raccolta del vetro gestita da Sistema Ambiente sul territorio lucchese. Una raccolta che, dal luglio 2020, viene effettuata separatamente dal multimateriale leggero proprio per aumentarne la qualità e, di conseguenza, le possibilità di restituire nuova vita al vetro stesso. Adesso, con l’accordo siglato con Vetro Revet, tutti i rifiuti di vetro raccolti vengono trasportati nell’impianto di Empoli.

«Siamo soddisfatti di questo accordo – commenta il presidente di Sistema ambiente, Matteo Romani –  perché ci permette di innescare un vero meccanismo di economia circolare. Non solo, infatti, il vetro torna a nuova vita, garantendo un risparmio in termini di materie prime, ma la lavorazione avviene a pochi chilometri da noi, a Empoli».

Una soluzione resa possibile applicando quanto previsto dall’accordo Anci-Conai nell’allegato tecnico dedicato Coreve – il Consorzio nazionale per il riciclo del vetro – che, oltre alle tradizionali aste per l’avvio a riciclo dei quantitativi raccolti in modo differenziato, prevede «la possibilità di definire convenzioni per il “vetro pronto al forno” (Paf), permettendo di consolidare filiere corte locali. In questa ottica – spiega l’ad Revet, Alessia Scappini – la Toscana vede impegnata Revet per la raccolta a campana su tutto il territorio regionale, Vetro Revet per la selezione del vetro e Zignago per il ri-utilizzo del rottame. Questa filiera già oggi vede il recupero del 96% del rottame di vetro, destinando a smaltimento in discarica meno del 4%, e permette di accrescere la catena del valore del vetro a bilancio ambientale positivo. Con l’estensione della convenzione Paf a tutto il territorio regionale l’impianto di selezione di Vetro Revet sta aumentando la sua capacità produttiva per oltre 180mila tonnellate spostando l’impianto a bocca di forno della vetreria Zignago, che ha predisposto l’ampliamento dei forni in modo da accogliere tutto il rottame di vetro in sostituzione delle materie prima. Anche Revet sta aumentando la propria dotazione di campane stradali dalle circa 14.000 a terra a 37.000 con una logistica sul territorio in grado di minimizzare i trasporti ed ridurre al minimo le trasferenze, che a causa del carico e scarico producono frazione vetrosa troppo fine per essere riciclata».

In questo contesto anche Coreve è impegnato nell’accompagnare la Toscana nella transizione da raccolta ibrida a monomateriale del vetro, come previsto dal piano industriale Revet che mira a intercettare oltre 46mila tonnellate di rottame di vetro nel 2026: «L’accordo siglato tra Sistema ambiente e Revet è la dimostrazione dell’implementazione fattiva di questo piano che porterà al passaggio alla raccolta monomateriale del vetro garantendo l’intera filiera dell’economia circolare del vetro internamente alla regione», conferma la responsabile Sviluppo e comunicazione di Coreve, Elena Ferrari.

Ma cosa succede agli imballaggi in vetro che, una volta divenuti rifiuti, vengono conferiti dai toscane nelle apposite campane? Vengono indirizzati nell’impianto empolese di Vetro Revet, dove si procede a un’ulteriore selezione meticolosa, che permette di individuare e separare tutte le impurità: componenti metalliche, carta, plastica, ceramica e tutti i “falsi amici” come bicchieri di cristallo, specchi, lampadine, pirofile, plexiglass, lampadine, specchi, ceramica. Tutti materiali che non andrebbero conferiti nella raccolta differenziata del vetro, semmai nell’indifferenziato.

Dopo questa prima scrematura, il vetro viene frantumato e sottoposto a ulteriori controlli. Terminato questo processo meticoloso, il vetro è pronto per il forno e passa alla vetreria Zignago, a soli 500 metri di distanza dall’impianto di Vetro Revet: qui viene fuso e torna a nuova vita sottoforma di bottiglie, vasetti e contenitori, completando un vero e proprio esempio di economia circolare a km 0.

   

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