IMG 20191016 WA0004Oggi vengo a ricordare un mio carissimo amico: Mollo Giacomo. Grande sportivo e atleta e soprattutto uomo mite a tutto tondo.

Da sempre abile pescatore subacqueo e cacciatore, vive la natura dell'isola come pochissimi altri, sia in terra che in mare.

Amante del nostro Palio Marinaro dove in passato e' stato ottimo vogatore, oggi con altri gigliesi appassionati di questa longeva tradizione, riesce con essi a far sopravvivere la gara remiera con l'impegno dettato dal cuore, e a cercare, con l'approssimarsi della regata, giovani sempre piu' refrattari a questo evento isolano.



Artefice principe nella preparazione del campo di regata (posizionamento delle boe) e allenatore-motivatore dei bambini del minipalio.

Nel mio scritto, che leggerete, lo voglio menzionare chiamandolo l'INDOMITO, poiche' nonostante l'eta' avanzata, s'appresta a disputare gare di nuoto in diverse piscine di altrettante citta' italiane e straniere, dove in competizione con altri atleti coetanei, riesce a prevalere su di loro spesso e volentieri, facendo collezione di medaglie dai vari colori.

Sull'isola in estate diventa promotore insieme all'amica carissima Daniela Petracchi nell'organizzare mega-nuotate intorno alle granitiche scogliere isolane, percorrendo in mare aperto migliaia di metri e di gioie.

Questo fantastico gruppo e' conosciuto come "I nuotatori gigliesi" del quale, anche io faccio orgogliosamente parte.

I versi che seguiranno a questa mia presentazione sono nati in seguito ad un episodio rimastomi impresso. Quel giorno, in una delle tante nuotate intorno all'isola, nelle vicinanze della "punta di Subbielli", l'INDOMITO mi propose di fare uno scatto di un centinaio di metri. Ebbene io "armato" di un bel paio di pinne, mentre lui privo di esse, scattammo veloci sprigionando entrambi le nostre forze nell'acqua e gli scogli che avevamo prefissato come meta ci videro arrivare uno a fianco all'altro. Rimasi abbastanza colpito da quel "duello" in quanto consapevole del fatto che le pinne regalano un vantaggio notevole, che" l'INDOMITO" annullo' nel mio stupore.



   L’INDOMITO

Giunto

trovandosi

nell'ultimo quarto

del suo cammino...



E ripassar voglio

con pien favella

quelchè d’inchiostro sopra...



Questa favola

in tarda età

costrutta e bella.



Di costui,

l'indomito...

Qual s’appresta

A spumar

l'acqua amata

sia dolce or salata.



Pur varcò

le Alpi

ove gagliardo

vanto riscosse

in quelle terre

tra l’acque dolci e scosse.


E di nazione

d'uno stivale paro

nelle vasche

sue turchine

come regal delfino

s'impone

a  quei vegliardi

a lui gemelli...



Di rado quindi

a  lor la testa china

poggiando poi

sul collo

i  tre metalli belli.



Resta

nel cantor che scrive

d'una sfida

le rimembranze...



Dov'egli ben pinnato,

appresso avea l’indomito...

Nudo nel palmo

nella pianta il piè.



Quel dì

nel mar

sulla “Punta di Subbielli”

partì lo scatto

pocopiù di metri cento.

Tra la spuma

bianca nacque l’onda

mossa sembrò dal vento.



Così giunsero

sul candido forte sasso

al par traguardo.



S’aprì

largo

nell'emotivo

il cuor.

E immortal quest’ode

ai posteri lascio’.


Tonino, settembre 2019

 

   

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