scritto da greenreport.it  

Maggiori rincari per olio di semi, burro, latte e pane. 320 euro in più a famiglia nel 2022

Basandosi sui dati Istat sull’inflazione nel mese di maggio in Toscana, che per i beni alimentari evidenziano un incremento del 6,8%, con trend in continua ascesa da gennaio, Coldiretti evidenzia che «L’inflazione corre veloce in Toscana con un aumento del mese di maggio dei prezzi alimentari di 1,4 punti percentuali rispetto al mese di aprile che costerà alle famiglie 320 euro in più nel 2022 solo per la tavola a causa dei pesanti rincari scatenati dalla guerra in Ucraina.

Il dato più alto si registra nella provincia di Arezzo dove l’indice dei prodotti alimentari ha raggiunto livelli record (9,2%), molto al di sopra anche del dato nazionale (7,6%), seguita da Firenze (7,3%) e Pistoia (7%)».

Gli aumenti riguardano soprattutto la verdura «Che nel 2022 costerà complessivamente alle famiglie circa 80 euro in più – sottolinea Coldiretti Toscana -, e precede sul podio pane, pasta e riso, con quasi 60 euro in più, e carne e salumi, per i quali si spenderanno 55 euro in più rispetto al 2021. Seguono la frutta, pesce, latte, formaggi e uova e olio, burro e grassi».

Secondo l’Osservatorio dei Prezzi del Ministero dello sviluppo economico, «Tra i prodotti più cari, sulla base dei prezzi medi nel comune capoluogo di Firenze tra novembre ed aprile , ci sono l’olio di semi di girasole che ha subito una impennata del 59%, ed i principali prodotti essenziali come il latte fresco (13%), il burro (+11%), il pane fresco (+10%) ma anche la vaschetta di gelato (+9%), la passata di pomodoro (+8%) ed il fior di latte (+5%)».

Ecco i principali prodotti alimentari in Toscana che hanno subito rincari: Olio semi di girasole + 59%; Latte fresco (1 litro) + 13%; Burro (1 kg) + 11%; Pane fresco (1 kg) + 10%; Vaschetta gelato (+9%); Passata pomodoro + 8%; Fior di latte +5%.

Un sondaggio online condotto da Coldiretti Toscana rivela che per difendersi dai rincari le famiglie toscane stanno adottato diverse strategie: il 23% andando a caccia di offerte e buoni sconto nei supermercati (23%) oppure acquistando prodotti di stagione ai mercati contadini che tagliano intermediazioni e costi di trasporto (23%). Tra i comportamenti virtuosi di coloro che hanno risposto al sondaggio spicca la riduzione degli sprechi messa in pratica dal 19% ma c’è anche un 6% che si rivolge ai gruppi di acquisto solidale. Uno su cinque (27%) è costretto invece a ridurre gli acquisti.

Coldiretti Toscana evidenzia che «Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa il 38% si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio».

Per Coldiretti Toscana «Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Nell’immediato – conclude Coldiretti Toscana – è invece necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro».

   

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