scritto da greenreport.it  

L’approfondimento del Consorzio Lamma

Tutte le estati più calde si concentrato a partire dal 2000-2010, e il 2023 non fa eccezione

L’estate che avvia a concludersi è stata la più calda mai registrata a livello globale, mentre in Toscana si piazza al sesto posto dal 1995 e risulta tra le più calde anche dal 1955, secondo l’analisi diffusa ieri dal Consorzio Lamma di Cnr e Regione Toscana.

«È interessante notare come le estati più calde dal 1955 in Toscana si addensino praticamente tutte dopo il 2000-2010, quindi il trend è abbastanza chiaro», evidenzia Giulio Betti, meteorologo e climatologo per Lamma e Cnr.

Se a livello planetario la temperatura media è aumentata di 1,1 °C in 140 anni, in Toscana il surriscaldamento marcia molto più velocemente, dato che si registra già un aumento della temperatura media di circa 1,6 °C, limitandosi a osservare il periodo tra il 1955 e il 2022.

L’aumento è particolarmente marcato durante i mesi estivi, dato che giugno, luglio e agosto si posizionano tutti a circa +3°C rispetto alla metà degli anni ’50. È ovviamente ancora presto per valutare appieno il mese di settembre, che potrebbe però essere il più caldo in assoluto dal 1955 dato che finora si posiziona ben 4 °C sopra la media 1991-2020.

In particolare, l’estate in corso ha registrato – a luglio e agosto – quelle che probabilmente sono state le più lunghe ondate di calore per la Toscana, anche se a livello d’intensità rivaleggiano con quelle che si sono abbattute sulla regione nel 2003 e nel 2022. Particolarmente al di sopra della norma anche le temperature minime, con un numero molto elevato di notti tropicali soprattutto sui settori centro-meridionali della Toscana.

Le ondate di calore si sono accompagnate ad altri eventi meteo estremi, legati al regime delle precipitazioni, che sono state caratterizzate da un’ampia irregolarità nel corso dell’estate. A giugno ha piovuto molto lungo le zone costiere del nord-ovest, mentre al contempo si accumulava un deficit di piogge nelle aree più interne; a luglio è piovuto invece molto poco, tranne casi isolati nel livornese; infine ad agosto è piovuto abbastanza su tutta la Toscana, con anomalie positive soprattutto sulle province occidentali e sul senese.

«L’elemento che però va chiarito rispetto a queste precipitazioni – spiega Betti – è che questi surplus sono il frutto di tre, al massimo quattro eventi di precipitazione eccezionalmente intensa, che hanno interessato in maniera irregolare alcune zone della nostra regione».

Un’estate caratterizzata dunque da eventi meteorologici estremi, che lascia adesso province dove si sono accumulate piogge molto al di sopra della norma (Livorno, Pisa e Siena) insieme alle altre in deficit. «Una grande irregolarità spaziale perfino in una regione piccola come la Toscana», sottolinea Betti.

Per affrontare questo nuovo contesto segnato dalla crisi climatica, che si accompagna appunto ad un incremento nella frequenza e nell’intensità degli eventi meteo estremi, la Toscana è la prima Regione d’Italia ad essersi messa al lavoro – a partire dalla conferenza dello scorso giugno organizzata con la fondazione Ewa – il nuovo Piano di tutela dell’acqua (Pta), insieme a quello della Transizione ecologica (Prte).

Il solo adattamento alla quota parte di cambiamenti climatici che ormai non possiamo più evitare non è infatti sufficiente; per affrontare alla radice il problema occorre ridurre rapidamente e drasticamente le emissioni di gas serra legate all’impiego dei combustibili fossili, grazie ad una transizione verso le fonti di energia rinnovabili, come la geotermia di cui la Toscana è particolarmente ricca.

   

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